Dal parlamento europeo una buona notizia: a larga maggioranza è stata approvata l'8 marzo la cosiddetta "relazione Podimata" (dal nome dell'europarlamentare greca che ne è stata relatrice).
La relazione ha per titolo "su un finanziamento innovativo a livello mondiale ed europeo" e si è sviluppata nella commissione parlamentare sui problemi economici e monetari (Leonardo Dominici unico parlamentare italiano presente, e unico commento politico italiano fino ad ora disponibile in rete).
Lo abbiamo detto più volte che la soluzione ad un problema complesso non può essere che complessa, cioè composta da tante componenti....
Questa è la prima volta che un organo politico di rappresentanza così vasta dice in modo esplicito che il settore turbo-finanziario (cioè quello non orientato a finanziare l'economia reale) produce danni. Di più: l'assenza di imposizioni tributarie nelle transazioni finanziare è un'evidente distorsione del mercato. Come cambiano in fretta la cose, solo qualche anno fa una affermazione del genere sarebbe stata giudicata folle da molti.... anche tra chi oggi ha votato questa stessa risoluzione.
La risoluzione del parlamento, per quanto non impegnativa per la commissione, sollecita la commissione ad analizzare il problema con uno studio di fattibilità e a procedere anche in autonomia rispetto al resto del mondo. Nel testo anche impegni per gli eurobond come strumento di finanziamento di progetti di sviluppo.
Il sito italiano che sostiene la TFF (ex-tobin tax) è 005%, aliquota che se applicata alle Transazioni Finanziarie genererebbe un gettito di c.ca 250mld di euro in europa.
Alcuni estratti della risoluzione approvata x me rilevanti.
[....]
Per poter formulare risposte organiche e integrate alla crisi occorrono nuovi strumenti in grado di:
- porre un freno alla speculazione e ristabilire il ruolo primario del settore finanziario, ovvero quello di rispondere ai bisogni dell'economia reale e sostenere gli investimenti a lungo termine;
- assicurare un'equa ripartizione degli oneri, particolarmente fra i principali attori finanziari;
- creare nuove risorse supplementari al fine di raccogliere le principali sfide mondiali ed europee, quali il cambiamento climatico e gli obiettivi di sviluppo, e conseguire una maggiore crescita a lungo termine nel quadro della strategia UE 2020.
Per affrontare questi tre obiettivi, occorrono strumenti in grado di svolgere molteplici ruoli.
Gli strumenti fiscali tradizionali, incentrati sulla mera generazione di entrate, non sono
sufficienti. Inoltre, tagli alla spesa pubblica e ulteriori aumenti delle attuali aliquote fiscali
non possono valere quale risposta sostenibile, a fronte dell'attuale necessità di dare un
impulso alla crescita mondiale ed europea. Dobbiamo optare per uno stimolo anziché per
un approccio unico basato su una strategia di austerità e, in questo senso, il dibattito sugli s
trumenti di finanziamento innovativo dovrebbe diventare la nostra principale priorità.
[...]Gli strumenti di finanziamento innovativo consentono di affrontare le sfide odierne in
quanto sono in grado di rivestire contemporaneamente un ruolo di regolamentazione (ad
esempio rafforzando l'efficienza, la trasparenza e la stabilità del mercato) e un ruolo di
produzione di entrate (generando nuove e rilevanti risorse per i bilanci nazionali e
dell'Unione europea).
[...]
Al contrario di qualunque altro settore che fornisce beni e servizi al consumatore finale il settore finanziario beneficia di ampie esenzioni fiscali. Nell'Unione europea la tendenza è quella di applicare una generale esenzione IVA a tutte le attività finanziarie di base. Va osservato che le attività del settore finanziario sono responsabili del 73,5% del PIL globale e che di conseguenza la relativa esenzione fiscale costituisce una rilevante distorsione del mercato.
[...]
Attualmente l'UE rappresenta il mercato finanziario più importante al mondo e, in quanto tale, è suo interesse non "nascondersi" dietro le esitazioni dei propri partner internazionali per assumere invece un ruolo guida a livello sia europeo che mondiale.
[...]
Per quanto concerne i timori relativi ai possibili rischi per la competitività derivanti dall'introduzione unilaterale di un prelievo dell'UE sulle operazioni finanziarie, i recenti esempi dell'imposta di bollo del Regno Unito o del prelievo sulle operazioni finanziarie introdotto da Hong Kong hanno dimostrato che, laddove il prelievo sia ben congeniato, il rischio in questione può essere superato scongiurando un'eventuale "fuga delle operazioni", tanto più che, se i costi delle operazioni rimarranno esigui, difficilmente gli investitori sceglieranno giurisdizioni meno conosciute e trasparenti. Gli operatori che più di altri potrebbero essere tentati di "emigrare" sono quelli che si dedicano alle operazioni a brevissimo termine (sui quali ricadrebbe l'onere maggiore); in ogni caso, l'eventuale trasferimento di una parte delle operazioni a breve termine al di fuori dell'Unione europea potrebbe rivelarsi un valore aggiunto per l'economia europea.
http://www.europarl.europa.eu/
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