venerdì 15 ottobre 2010

Transit Oriented Development Toolbox - Benchmark & Index need!

Gli urbanisti USA si organizzano con corsi di urbanistica orientata allo sviluppo verso la transizione.
E riflettono già sui problemi indotti (o percepiti come tali) da questi interventi che si dichiarano sviluppi verso la transizione.
Questo per anticipare quello che fra poco sarà: ogni nuovo progetto urbanistico avrà l'etichetta di progetto green, transition oriented, carbone free, low carbon...
Urgono parametri e indici oggettivi per riuscire a valutare i progressi. Non intendo parametri tecnici (consumi, performances energetiche....) ma parametri di coesione e integrazione sociale, adeguatezza e accessibilità dei servizi....
In qualche zona d'Italia ci siamo inventati gli standard urbanistici decenni fa, ora bisognerebbe fare qualche passo avanti. Non ho idee, ma so che una strada da percorrere è quella di istituire un collegamento stretto con le associazioni dei consumatori e cittadini. Per esempio: INU e cittadinanzattiva, legambiente... solo alcuni esempi di interdisciplinarietà obbligatoria.
Se la specializzazione in un ambito specifico è un bene per le aziende (non tutte), non è un bene per chi si occupa di sviluppo delle città.
Gregory Bateson ricordava che se guardi con un occhio solo non ti rendi conto della profondità, ma se apri l'altro occhio te ne accorgi subito (per questo lottava contro la specializzazione)... Visto il numero di dimensioni da tenere d'occhio nello sviluppo urbano forse non conviene lasciare le cose in mano a chi ha pochi occhi (conosce poche dimensioni).... E oggi gli occhi (dimensioni) sono anche quelle dell'energia, mobilità, coesione, accesso ai servizi...: proviamo a definirne qualcuna in modo via via più rigoroso? Tenendo sempre presente che tutto sta cambiando: quindi tra 6-9 mesi li dovremo rivedere!

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