giovedì 25 agosto 2011

Processi partecipativi

L'attuale centrale Enel di Porto Tolle a olio combustibile.
Sarà che vivo a meno di 60 km da Porto Tolle e quindi sono facilmente preda della sindrome Nimby
Sarà che l'idea di bruciare del carbone in un parco naturale e in uno delle zone umide più grandi d'europa mi sembra un po' balzana
Sarà che i filtri, e gli altri accorgimenti tecnologici per abbattere le emissioni, mi sembrano il silenziatore posto sulla canna di una pistola: spara e uccide lo stesso, ma nessuno se ne accorge.  
Sarà che l'idea di una grande centrale mi sembra più da paese in via di industrializzazione (che deve cioè soddisfare in fretta consumi crescenti) che non da paese "sviluppato" (con consumi in calo, o stabili se va bene) dove è necessario investire su rete, energia distribuita e di minore impatto ambientale.
Sarà che, dopo tutti gli allarmi di sforamento dei valori delle emissioni nei centri urbani, mi sembra strano costruire una cosa che concentra in un unico punto le emissioni di 4 volte il centro urbano di Milano. 
Sarà che qualcuno che mi dice che ha 12 miliardi da spendere e non glieli fanno spendere mi fa mettere subito sulla difensiva.
Sarà che quando gli amministratori e parti sociali dei territori coinvolti sono tutti d'accordo pur essendo di partiti diversi e gli unici che non sono d'accordo sono solo quelli che non hanno alcun "potere", io mi preoccupo.
Sarà che Enel, pur essendo una spa, ha la golden share del MEF (1), e quindi la sua politica dovrebbe essere espressione di chi elegge un governo, cioè quegli stessi elettori senza "potere" che sono contrari e preoccupati.
Sarà che fino ai referendum di giugno Enel è quella che più di tutti spingeva per il nucleare.
Sarà che ho una figlia che vivrà da queste parti ancora per un po' di anni.
Sarà che quando dicono "carbone pulito" o "carbone leggero" io penso che sia una battuta di un comico che con gli ossimori punta a stimolare la risata usando l'intelligenza degli spettatori.

Sarà che quando mi mettono in una angolo dicendo "se dici no alla centrale dici no al lavoro e allo sviluppo" io mi sento preso per i fondelli perché non mi lasciano ragionare....

Sarà tutto questo, cioè nulla di rilevante, e sarà anche molto altro di più rilevante, ma io sono convinto che si potrebbe fare affrontare il problema diversamente.

Ecco come.

Enel dice di avere pronti 12 miliardi
La regione avrà costi sanitari futuri che dovrà sostenere per sempre a causa del decadimento della qualità dell'aria. Diciamo che ne attualizziamo almeno 30 anni: io non sono in grado ma ci sono metodologie per farlo.
Calcoliamo gli investimenti pubblici (e privati) fatti negli ultimi 10 anni per sostenere attività turistico ricettive nel parco e aggiungiamogli quelli fatti a sostegno dell'attività ittica (che sarebbero buttati nel cesso nel caso in cui si cominci a costruire la centrale).
Sommiamo anche il costo delle maggiori emissioni di CO2 che dovremmo pagare alla UE nel 2020.....
Aggiungiamo i costi della perdita di biodiversità nel parco naturale (esistono metodologie anche per questo).

La somma di tutti questi costi sono i soldi che tutti gli stackholders devono spendere.
Otteniamo un numero: 20 mld? 40 mld? di meno? di più?
Comunque una cifra superiore a quella che ENEL dice di avere già a disposizione.
Solo avere questa cifra ci mette in condizione di avere una idea più chiara di che cosa stiamo parlando.
Ora, come in tutte le famiglie ragioniamo: con questi soldi cosa possiamo fare? E per ragionare facciamo così.

Apriamo un concorso internazionale di idee (cioè a costo zero) per avere un progetto di massima a queste condizioni: con questi soldi cosa ci faresti e quali vantaggi ci sarebbero per Enel e la comunità locale? 
Nessun altro vincolo, se non presentare una sintesi del progetto in non più di 10 slide (se sono 12 o 18 va bene, ma non 100!). Nella sintesi devono essere chiari e ben definiti:
- costi (anche se di massima)
- impatti occupazionali
- impatti ambientali
- energia prodotta
- .....
Possono partecipare tutti, anche i bambini. Nessuna commissione di valutazione. Il concorso lo può lanciare chiunque: Legambiente, WWF, Greenpeace, un comitato di cittadini.... 

Le proposte che arriveranno saranno rese pubbliche e su quelle si cominci a ragionare: dibattito politico e dibattito pubblico. Il processo pubblico ai progetti garantisce che quelle più balzane saranno subito estromesse, su quelle più interessanti si potrebbe invece coagulare l'interesse di qualche politico che, in assenza di alternative, si era supinamente piegato alla prima proposta che è arrivata.... insomma mettiamo alla prova la maturità della collettività e vediamo cosa salta fuori. Se non salta fuori nulla è giusto che venga costruita la centrale a carbone leggero (pulito, anzi profumato). Non una centrale, ma anche due. O magari salta fuori qualcuno che con tutti quei soldi in ballo, propone di comprare l'attuale centrale dall'Enel e fare un polo di produzione FER che valorizza la filiera naturale del parco... Chissà che non vengano dubbi anche alla Regione, retta da chi si fa paladino delle filiere locali, che ha cambiato in fretta e furia la legge istitutiva del parco (con l'astensione del PD)....

Io non mi sono inventato niente, già funziona così altrove. Ecco due casi concreti:
A Parma c'è in progetto un inceneritore e per contrastarlo si stanno proponendo progetti alternativi che, con numeri e dettagli, dimostrano che fare qualcosa di diverso si può e, spesso, conviene....  Anche se i cantieri sono già aperti io oggi non sono così sicuro che l'inceneritore si farà sul serio.

Nulla di diverso da quello che ha fatto la Malesia: il governo voleva fare una centrale a Carbone, la Banca Mondiale (che ha una struttura chiamata Team Climate Change) ha fatto una proposta alternativa con Fonti Rinnovabili. C'è stata una aspra discussione pubblica, alla fine il governo ha deciso di non fare la centrale a Carbone. Vista così la Malesia sembra la culla della democrazia e noi uno dei tanti stati fantoccio.
Il tutto è stato raccontato qui, cioè in un post pubblico del blog ufficiale del Team Climate Change della Banca Mondiale dal titolo: develpoment in changing climate. Nello stesso blog altri esempi.

In altri termini mettiamo in pratica un principio sacrosanto: "Non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare qualcosa costruisci un nuovo modello renda la realtà obsoleta"

Qualcuno vuole provare a prendersi questa responsabilità?

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(1) A proposito della Golden share di Enel, per cui l'Italia ha già subito una condanna dalla Corte di Giustizia UE. Sono sempre di più i soggetti, anche istituzionali, che chiedono di liberarsene. A cosa serve una opzione di tutela del bene collettivo in una spa che opera sul mercato? Sappiamo tutti a cosa serve, quindi ci si può liberare di un ermafrodito giuridico. E in fretta: non stiamo cercando qualche spicciolo in questi giorni?

3 commenti:

  1. Nulla di diverso dall'attuazione di:

    Dichiarazione ONU di Rio su ambiente e sviluppo.

    Principle 10

    Environmental issues are best handled with the participation of all concerned citizens, at the relevant level. At the national level, each
    individual shall have appropriate access to information concerning the environment that is held by public authorities, including information on hazardous materials and activities in their communities, and the opportunity to participate in decision-making processes. States shall facilitate and
    encourage public awareness and participation by making information widely available. Effective access to judicial and administrative proceedings,including redress and remedy, shall be provided.

    http://www.un.org/documents/ga/conf151/aconf15126-1annex1.htm

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  2. Interessante storia; c'è sempre dietro la simpatia espressa da un certo partito politico per il carbone. La cosa più curiosa è che il carbone non è una scelta avveduta, quello italiano non esiste quasi più e i fornitori stranieri sono ormai pochissimi. Per ora vince sul fronte del prezzo, ma le fiammate del 2008 hanno dimostrato che questo parametro non è poi così affidabile. Non nel lungo periodo almeno.

    Imbarazzante il fatto che con i 12 G€ teoricamente disponibili potremmo installare 1 kWp di fotovoltaico per ogni abitante dell'Emilia Romagna. Anzi, di più: i costi scendono. Come spendiamo i soldi.

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  3. Una pubblicazione scientifica dell'American Economic Review calcola i costi delle fonti fossili. GED = Gross External Damages. Concetto a noi sconosciuto....
    La conclusione: "In other words, instead of being “cheap” and “affordable,” coal is actually the costliest fuel for electricity."

    http://www.aeaweb.org/articles.php?doi=10.1257/aer.101.5.1649

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